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Antonietta

 
Post #1


AntoniettaAntoniettaAntonietta era una bella ragazza di ventuno anni che dopo la morte della madre, avvenuta quando lei aveva poco più di tre anni, era stata cresciuta dal padre, un operaio che da quando aveva perso il posto di lavoro si era messo a bere smodatamente nel vano tentativo di dimenticare i propri guai.L'uomo voleva bene alla propria figlia, ma quando aveva bevuto diventava manesco e, ottenebrato dai fumi dell'alcool, certe volte pretendeva che lei gli facesse da moglie.Bruna, alta, con le forme piene, un gran seno e un culo che faceva voltare ammirati gli uomini per strada, Antonietta era spesso costretta a subire le attenzioni di suo padre.Bisogna dire che l'uomo non spingeva mai le proprie avances oltre qualche fugace toccatina: al massimo le infilava una mano nella scollatura del vestito per palpare il suo seno rigoglioso o sotto la gonna per carezzarle le cosce o il sedere. Solo un paio di volte si era azzardato ad insinuarsi nelle sue mutandine, e quando i suoi ditoni callosi erano venuti a contatto con la carne giovane e fresca della fighetta di sua figlia l'uomo si era talmente eccitato che era quasi venuto nei calzoni.Tutto sommato era ancora abbastanza giovane anche lui e la notte, quando si ritrovava da solo in quello che era stato il suo letto nuziale, sentiva come una ferita lancinante la mancanza di una donna al suo fianco ed era costretto a sfogarsi come poteva. Se aveva qualche soldo si pagava una puttana, altrimenti si masturbava e beveva fino a stordirsi, e solo allora riusciva finalmente a prendere sonno.Nel frattempo sua figlia diventava sempre più bella ed appetitosa, e se quando era sobrio il padre si guardava bene dal pensare di farsela, quando aveva bevuto invece ci pensava, eccome se ci pensava.Quando era ubriaco, però, era fortunatamente innocuo perché si reggeva a malapena sulle gambe e al massimo, come dicevamo, riusciva a palpeggiarla un pochino qui e la.Anche Antonietta voleva bene a suo padre e le dispiaceva tanto vederlo ridotto così. Le faceva male al cuore vedere quell'omone grande e grosso che ciondolava per casa senza un lavoro e si attaccava alla bottiglia. Capiva anche quanto soffrisse per la mancanza di una donna e non si arrabbiava più di tanto quando lui allungava le mani. D'altronde era lei che faceva il bucato e caricava nella lavatrice le lenzuola di suo padre piene di macchie giallastre e non si stupiva più di tanto quando trovava le proprie mutandine smesse ancora umide di sperma.Conosceva benissimo le esigenze fisiologiche di un uomo ancora nel fiore degli anni tanto che, per permettergli di sfogarsi, di tanto in tanto lasciava apposta in giro la propria biancheria intima smessa in modo che lui la trovasse facilmente e potesse darsi un po? di sollievo annusandola e leccandola fino a scaricarsi i testicoli. E facendo il confronto coi numerosi ragazzi che aveva avuto, non finiva ogni volta di stupirsi dall'ampiezza delle macchie giallastre che trovava sulle lenzuola del padre o da quanto fossero impregnate di sperma ormai indurito le proprie mutandine dopo che lui ci aveva goduto dentro.Una sera, incuriosita dalla lunga permanenza dell'uomo nel bagno da cui lei era appena uscita dopo essersi preparata per la notte, volle controllare. Senza farsi notare frugò nel cesto della biancheria sporca alla ricerca delle proprie mutandine smesse, che trovò completamente fradice e impregnate dell'odore inconfondibile del seme maschile. La vista di tutto quello sperma ancora umido e quell'odore pungente di maschio che le penetrava le narici le fecero uno strano effetto e si sentì invadere da un piacevole calore al basso ventre. Con in mano i minuscoli slip che il padre aveva appena sporcato, sentì che si stava bagnando tra le gambe e provò una irresistibile voglia di sesso. Avrebbe voluto che il suo ragazzo fosse lì in quel momento per soddisfarla ma dovette invece accontentarsi delle sue agili dita che, infilate sotto la sottile camicia da notte, le diedero un momentaneo sollievo.Un paio di sere dopo quell'episodio, il cui ricordo tornava spesso alla mente della ragazza, dovevano andare ad una festa di matrimonio. Quando Antonietta raggiunse il padre, che l'aspettava vestito di tutto punto, rimase sbalordita: elegantissimo, ben sbarbato, ben pettinato e profumato, con il viso disteso e sorridente, pareva un'altra persona. Per la prima volta in vita sua la figlia si rese conto di quanto suo padre fosse un bell'uomo. Alto, bruno come lei, coi denti bianchissimi, il fisico ancora atletico ed uno sguardo dolce e al contempo magnetico, pareva un attore del cinema.Durante la festa si accorse di come le altre donne, giovani e vecchie, lo ammirassero e ne fu quasi gelosa. Per tutta la serata stettero insieme ridendo, scherzando e ballando, tenendosi stretti come due amanti.Rientrarono a casa verso le due del mattino, stanchi morti ma felici della bella serata trascorsa insieme. Era davvero da tanto tempo, da troppo tempo, che padre e figlia non stavano così bene l'uno con l'altra.Per tutta la sera lui aveva bevuto solo un paio di bicchieri ed era perfettamente sobrio, solo leggermente più allegro e vivace del normale. Anche lei aveva bevuto un paio di bicchieri ma, non essendoci abituata, si sentiva la testa leggermente confusa.Appena entrata in casa si buttò sul divano invitando l'uomo a raggiungerla. Si sentiva pervasa da una strana irrequietezza che non le era mai capitata prima e che sentiva nascere dalle sue intimità più profonde.Si accorse di avere le mutandine bagnate e provava un calore insolito tra le gambe. Neppure quando era in compagnia del suo ragazzo si sentiva in quello stato.Quando il padre prese posto sul divano lei gli si sedette sulle gambe, a cavalluccio, col viso rivolto verso il suo.Per la festa aveva indossato un abitino nero molto stretto che le fasciava le giovani forme perfette e dei sandaletti col tacco alto che mettevano in risalto le sue gambe lunghe e affusolate.Il vestito era davvero stretto e per salire sulle ginocchia del padre dovette rialzarlo per non strapparlo, scoprendo le cosce.Cosa fai? - domandò lui.Tienimi un poco così, come quando ero piccola.Va bene. Adesso, però, non sei più piccola. Sei una donna.Per te voglio essere sempre la tua bimba.Lo sei, e lo sarai sempre, stai tranquilla.Stettero così per un pò, in silenzio, con lui che la faceva dondolare lentamente, come faceva quando lei era bambina. Fu lei a rompere il silenzio.Se vuoi, mi puoi toccare - gli disse a bruciapelo.Lui, pensando di non avere inteso bene, la guardò interrogativo.Ho detto che, se ti fa piacere, puoi mettermi le mani addosso come fai quando hai bevuto.L'uomo continuava a non capire.Perché mi dici questo? - le domandò ? stasera non ho bevuto.Ho visto che non hai bevuto, sei stato bravo. Ti ho detto quello perché sei sempre da solo, senza una donna, forse per causa mia, e questo non è giusto. Questa sera voglio che tu sia felice e, siccome so che ti piaccio, ti permetto di mettere le mani dove vuoi.Stai parlando seriamente?L'uomo non credeva alle proprie orecchieCerto che parlo seriamente. Inoltre, per dirla tutta, stasera sono io che ho voglia che tu mi metta le mani addosso. Forse sarà perché sono un pò? bevuta.E scoppiò a ridere mostrando i suoi bellissimi dentini, bianchi come la neve.Per quanto l'uomo fosse sobrio, e da sobrio non aveva mai importunato la figlia, quelle parole lo colpirono come una frustata, facendogli di colpo indurire il membro e s**tenando nel suo intimo una voglia irrefrenabile.Ancora incerto se le parole di sua figlia fossero davvero sincere, le poggiò le mani sulle cosce nude per saggiarne la reazione. Antonietta non mosse ciglio.La carne era soda, liscia, calda e vellutata. Gliele carezzò a lungo, poi si accorse che in quella posizione era scomodo.Allora la fece scendere dalle sue ginocchia e la fece stare in piedi davanti a sé.Ancora un un poco titubante Infilò una mano sotto il vestito e le carezzò le gambe dal ginocchio fino all'attaccatura della coscia. La figlia non ebbe nuovamente nessuna reazione.Allora spostò con due dita l'elastico delle mutandine e carezzò la sottile peluria del pube.Ancora nessuna reazione. La ragazza guardava silenziosa le manovre del padre invitandolo con un sorriso a proseguire.A quel punto la fece sedere sul divano e, inginocchiatosi davanti a lei, accarezzò i suoi deliziosi piedini ancora calzati nei sandaletti. Sentendola tirare un lungo sospiro di soddisfazione si fece più ardito e provò a baciarglieli.Che bello - la udì sussurrare - mi piace farmi baciare i piedi.Allora glieli leccò delicatamente, passando la lingua piatta sulle dita lunghe e affusolate, sul collo del piede, sulle caviglie. Poi prese in bocca le dita e le ciucciò.Si stava arrapando come una bestia e quando la sentì nuovamente sospirare di piacere prese a risalire, leccandola tutta fino al ginocchio. Quando infilò la testa sotto il vestito per leccare le cosce lei divaricò le gambe per agevolarlo nella manovra. Con la testa infilata sotto il vestito di lei potè sentire il profumo della sua nascente femminilità e provò un piacere così intenso da fargli girare la testa.Il suo membro duro da scoppiare, costretto negli stretti calzoni, premeva dolorosamente contro la stoffa. Dopo essere rimasto a lungo con la testa infilata nel suo vestito a leccarle le cosce fino all'attaccatura delle mutandine e ad aspirare il suo profumo di giovane donna, si sfilò e, superato ogni indugio, le disse che l'avrebbe spogliata.Non udendo reazioni di sorta le sfilò l'abitino lasciandola in reggiseno e mutandine, entrambi di pizzo nero.Sei davvero una bellezza - le disse ammirandola sinceramente - alzati in piedi che voglio guardarti meglio.La fece girare due o tre volte per potere ammirarla davanti e dietro. Nonostante avesse solo ventuno anni, la figlia aveva già fattezze femminili, con un bel seno largo e pieno che debordava dal reggipetto, i fianchi rotondi e sensuali, un culetto rotondo e sporgente che sembrava disegnato col compasso, il ventre piatto, le cosce lunghe.Ammirando sua figlia si sentì ribollire i coglioni e con gesto veloce slacciò il gancio del reggiseno liberando due poppe stupende, di madreperla, piene, sode e con le punte larghe e rosate rivolte all?insù.Che tette meravigliose ? esclamò.Poi, lentamente, le abbassò le mutandine fino alle caviglie. Con un calcio lei le fece volare lontano.Una sottile e delicata peluria appena accennata le ricopriva il pube e il monte di venere, lasciando scoperta la fighetta dalle labbra piene e carnose e ben separate. La fece girare per ammirarle il culo. Non ne aveva mai visto uno così bello. Alto e sporgente, rotondo e pieno, con le due chiappette sode e carnose ben separate da un profondo solco. La pelle appariva chiara, liscia e delicata. L'uomo deglutì rumorosamente dando un lungo sospiro. Non poteva credere ai suoi occhi.Con indosso solo i sandaletti la ragazza gli sorrise.Ti piaccio? - gli domandò.Il padre diede un si strozzato. Si sentiva la gola secca e le mani sudate; gli pulsavano le tempie, l'uccello pareva scoppiargli nei calzoni e i coglioni ribollivano. Non si era mai sentito così.Come un bambino posto davanti ad un gigantesco gelato, l'uomo non sapeva da che parte cominciare. In piedi davanti a lei optò per quelle due stupende mammelle. Con le mani a coppa le afferrò entrambe saggiandone la consistenza piena e soda, la morbidezza e il calore della pelle. Le palpò e soppesò, le carezzò e ne carezzò i capezzoli delicati. Poi ci tuffò il viso e le baciò, le leccò, le ciucciò, succhiò i capezzoli. Fece sedere la ragazza sul divano e le leccò il viso, gli occhi, le guance, il naso, le orecchie, le labbra, la lingua. La baciò a lungo in bocca succhiandole la lingua e bevendo la sua saliva profumata. Poi tornò alle poppe e le rileccò a lungo. Poi fu la volta della pancia, dell'ombelico, del pube. Baciò la peluria e il monte di venere. La rovesciò sul divano e le fece spalancare le gambe. La sua fighetta era umida e qualche gocciolina di umore ne imperlava le labbra carnose e piene. Quando lui gliele leccò delicatamente lei lanciò un urletto di piacere. Passò la lingua sul contorno delle labbra che a poco a poco si dischiusero rilasciando un odore delizioso. Quando le leccò il piccolo clitoride la sentì fremere e quando lo strinse tra le labbra lei spinse il pube verso di lui. Glielo succhiò a lungo fin quasi a farla venire, poi le lappò tutta la figa a lingua piatta raccogliendo i suoi umori. Penetrò con la lingua dentro di lei a leccare l'interno fradicio. Quando sentì che stava nuovamente per farla godere la fece inginocchiare sul divano, col culetto ben proteso verso l'alto.Stette un bel pò? ad ammirare quella meraviglia della natura, poi le divaricò le gambe per osservare l'interno delle chiappette ed il buchetto del culo. Inginocchiatosi a terra dietro di lei cominciò un lungo lavoro di lingua partendo dal retro delle cosce per poi risalire fino ai glutei. Quando l'ebbe insalivata per bene affondò il viso tra le natiche e leccò il solco posteriore, l'interno delle chiappe e, finalmente, il delizioso buchetto del culo. Piccolo, liscio e rosato, glielo lavorò a lungo con la punta della lingua. Dopo un tempo interminabile con la faccia affondate tra quelle due meravigliose chiappette, leccando e lappando come un forsennato mentre lei, con il viso affondato tra i cuscini del divano e il culo per aria, si lasciava fare silenziosamente tutto quello che il padre voleva, l'uomo, senza togliersi da quella posizione, cominciò a spogliarsi.Quando fu completamente nudo fece rialzare la figlia e la fece mettere seduta. Piazzato in piedi davanti a lei, le offrì la vista della sua terribile asta che, dura come una mazza da baseball, puntava minacciosa verso l'alto. Non era certo il primo cazzo che Antonietta vedeva, ma una bestia del genere non le era mai capitata.Grossa come un suo avambraccio e lunga altrettanto, era diritta e nodosa, con la testa rossa che faceva capolino dal suo cappuccio naturale.Dio quanto è grosso! - le scappò detto.Non temere - le fece lui ? non ti farò del male.Guardando la borsa dei testicoli, grossa quanto una bisaccia, Antonietta capì la ragione delle gigantesche macchie sulle lenzuola.Se ti fa paura lo metto via - disse lui, seppure a malincuore, vedendo lo sguardo preoccupato della figlia.No, babbo, non mi fa paura.Allora se lo fece lisciare e si fece tastare le palle. Erano grosse come uova. Quando le diede la testa del cazzo da ciucciare lei se la imboccò e gliela lavorò con le labbra e con la lingua, passando bene i contorni e soffermandosi sui punti che sentiva essere più sensibili.Passaci sopra la lingua, brava, lappala tutta a lingua piatta, poi passa anche sotto i bordi. Guarda come sono spessi e rialzati. Non ho mai avuto la cappella così gonfia, mi stai facendo davvero godere come un maiale.Mentre lei leccava e cucciava lui le impastava le poppe e ogni tanto le infilava una mano tra le cosce ritirandola fradicia e leccandosela per assaporare il suo sugo.Vide che le labbra e la lingua di sua figlia erano ormai tutte impiastricciate dalla bava del suo cazzo e decise di farla smettere. Stava per farlo godere e non voleva ancora che il godimento finisse.Sdraiato sul divano se la fece sedere sulla faccia e si fece una lunghissima leccata di culo e figa.Babbo, io sto per venire - gli annunciò Antonietta.Impegnato nella lappata l'uomo non rispose ma intensificò i movimenti di lingua. Voleva che lei venisse in modo da potersela lavorare poi col cazzo con tutta calma.Col corpo squassato da un violentissimo orgasmo, la ragazza gli venne sulla faccia rilasciando abbondanti sughi che lui bevve avidamente eccitandosi, se possibile, sempre di più.Quando lei si fu calmata la fece sdraiare sulla schiena e le montò sopra.Adesso te lo metto - le annunciò lui.Non farmi troppo male.Stai tranquilla, piccola, il tuo papà te lo mette piano piano.Reggendosi sulle braccia avvicinò la testa del cazzo alla stretta apertura della figlia e cominciò delicatamente a forzare. Sapeva che lei non era più vergine ma sapeva anche che le dimensioni della sua mazza avrebbero potuto causarle dolore. Spingendo il più delicatamente possibile introdusse metà cappella.Ti sto facendo male?No, babbo, stai tranquillo, continua pure a mettermelo.Con un colpetto secco infilò tutta la cappella causandole un urletto di dolore.Il più era fatto. La ragazza era ben lubrificata e lui si sentiva scivolare dentro quel paradiso di piacere che lo accoglieva caldo e morbido.Con metà della sua formidabile mazza infissa dentro di lei prese a dondolare ritmicamente guadagnando centimetro dopo centimetro fino ad infilarsi tutto dentro di lei.Baciandole teneramente il bel viso, l'uomo aumentò il ritmo fino a trovare quello giusto e nei minuti successivi, mentre scorreva liberamente nella pancia di sua figlia, credette di avere raggiunto il paradiso in terra.Babbo, io sto per venire di nuovo - ansimò Antonietta.Vieni, piccola, vieni; sono felice di farti godere un?altra volta.Continua così, babbo, continua così, senza fermarti. Continua che vengo, vengooo, sto venendo, ahhhh, sto venendo di nuovo.Dio, come sei bravo! Mi hai fatto venire tanto! Non ho mai goduto così intensamente.Bene, bambina mia. Adesso tocca a me. Non in pancia, però, sarebbe pericoloso. Non voglio certo metterti incinta.Hai ragione, in questi giorni sarebbe molto pericoloso. Però puoi venirmi dove vuoi.Sul tuo bel musetto. Mi piacerebbe godere sul tuo bel musetto, sporcartelo tutto coi miei schizzi. Posso?Certo che puoi, babbino. Schizza tanto il tuo coso?Di solito schizza tanto, ma oggi credo che schizzerà tantissimo. Sei così bella ed io sono così infoiato che mi sento le palle piene da straripare. Vedrai che sborrata!Come mi devo mettere?Inginocchiati a terra col capo leggermente reclinato all'indietro. Io mi piazzo in piedi, davanti a te.Detto, fatto. Seppure a malincuore l'uomo si sfilò dalla calda e morbida fighetta della figlia e i due si posizionarono come stabilito.Vuoi che te lo ciucci un pò? prima di godere? Se vuoi ti passo la lingua sulla cappella, visto che ti piace tanto.Si, brava, passaci la lingua sopra e lecca bene i bordi. Guarda come si sono fatti spessi e come si sono rialzati. E guarda il buchetto del cazzo com'è dilatato. Se riesci infilaci la punta della lingua e dai una leccatina.Docile e ubbidiente la ragazza fece tutto quel che il padre le chiedeva sporcandosi la lingua e le labbra della bava biancastra e collosa che aveva cominciato a colare copiosamente dal cazzo.Passati il cazzo sulle poppe, voglio sporcarle di bava. Sono così belle, grosse, sode e appuntite. Reggendo il cazzo a due mani la fanciulla si strofinò la cappella sulle due magnifiche mammelle lasciando una scia biancastra.Preparati, non ce la faccio più, devo venire.Piantato a gambe divaricate con la testa del cazzo a circa venti centimetri dal delizioso faccino della figlia, il padre si dispose a colpirla col suo piacere.Prima di descrivere la sua sborrata, che fu sicuramente la più abbondante e violenta che mai gli fosse capitato di fare in tutta la sua vita, bisogna dire che l'uomo si stava lavorando la figlia da più di un'ora e che non era mai stato così arrapato. Tastandosi i coglioni li sentì gonfi e duri da fare paura e capì che l'avrebbe inondata.Guarda che sto per riversarti addosso una quantità impressionate di sperma, la avvertì.Sono pronta - le disse lei predisponendosi a ricevere la sborrata.La potenza, la violenza e la quantità di sborra che l'uomo scaricò sul faccino innocente della figlia andò ben al di là delle sue previsioni. Spaventandosi lui stesso da quel fiume di sborra che gli usciva ininterrottamente a fiotti spessi e cremosi, colpì la fanciulla con schizzi ripetuti in sequenza uno dietro l'altro facendola annaspare sotto quelle bordate che le toglievano il respiro. Non un solo centimetro del suo bel visino fu risparmiato, e rivoli di sborra densa presero a colarle per il collo sporcandole il seno, il pancino, le cosce, i piedini delicati.Il padre stava sborrando come un cavallo e non accennava a fermarsi. Dopo gli schizzi ci furono dei fiotti che colarono copiosi inondandole il viso e poi di nuovo altri schizzi che volavano potenti producendo nell'aria un semicerchio per andare a spiaccicarsi rumorosamente sul viso e sul corpo della povera fanciulla.Mai si vide una sborrata di quelle dimensioni e di tale violenza. Scaricata tutta la sua potenza di cazzo l'uomo si accasciò sfinito sul divano contemplando spaventato il disastro da lui compiuto sul viso, reso quasi irriconoscibile, di sua figlia.Perdonami - le sussurrò - non credevo di ridurti in quello stato.Non ti preoccupare, non è successo niente. Hai goduto tanto, tutto qui. Sono felice di averti fatto godere così. Vuoi che mi pulisca o preferisci che resti così, con tutta la tua sborra addosso.Lascia che ti guardi così, tutta sporca. Poi puoi ripulirti.Nonostante quella colossale goduta, il padre non si sentiva ancora pienamente soddisfatto. La figlia gli piaceva troppo e vederla così, tutta imbrattata dal suo seme, lo arrapò di nuovo. Il cazzo, tuttora gocciolante, era sempre duro.Vorrei farmene un'altra - le disse. Però non posso mettertelo in pancia, è pericoloso. Inginocchiati col culetto ben proteso.Cosa vuoi farmi, babbo - domandò Antonietta allarmata, temendo le intenzioni di lui e gettando un?occhiata spaventata al suo sempre enorme cazzo.Non avere paura. Inginocchiati, forza, e divarica bene le gambe. Quando senti che comincio a leccarti il buchetto del culo, tu dai delle belle spinte, come se dovessi sforzarti per fare pupù. Vedrai che così lo facciamo aprire.Detto, fatto. Grazie al suo lavoro di lingua e alle spinte ritmate della figlia, a poco a poco i bordi del buchetto s'ispessirono e la rosellina prese a dischiudersi.Ciononostante l'uomo fece comunque non poca fatica a romperle quel delizioso culetto.Piazzato dietro di lei incuneò le proprie gambe tra quelle della figlia per tenergliele ben divaricate, quindi, impugnata la mazza a due mani ci fece cadere un bel po' di saliva per lubrificarla ben bene, e infine, puntata la testa del cazzo contro il buchetto rosato iniziò a spingere piano piano.Incurante dei lamenti di dolore della malcapitata e tenendola immobilizzata con le sue forti braccia, riuscì a poco a poco ad infilarle nel culo tutta la cappella.Mi fai male, babbo, tanto male. Sembra che tu mi stia squartando col tuo cazzo.Mi dispiace, piccola, ma è da tropo tempo che voglio romperti questo tuo bel culetto.Trattenendola saldamente per le spalle per impedirle di avanzare ginocchioni nel tentativo di sfuggire alla penetrazione e continuando a spingere con il bacino, lentamente ma inesorabilmente, riuscì ad introdursi per qualche altro centimetro.Quando si sentì finalmente ben piazzato dentro di lei le montò in groppa e, con pochi secchi e violenti colpi ben assestati, che la fecero urlare di dolore, entrò del tutto continuando a spingere con il bacino fino a che non sentì i suoi grossi coglioni sbattere contro la carne soda della piccole chiappe di lei.Incurante delle lacrime che rigavano il viso della fanciulla, iniziò a scorrere in quella guaina calda e morbida, dapprima lentamente, poi sempre più velocemente, e una volta preso il giusto ritmo prese a stantuffarla come un califfo, godendosela tutta come tante volte aveva sognato di fare. Quando sentì che a poco a poco il retto della ragazza si era adattato alle dimensioni della sua mazza e si accorse di poter scorrere agevolmente, accelerò di ritmo e di potenza e si fece la più bella inculata della sua vita.Sei cattivo - piagnucolava lei sentendosi il buco del culetto e gli sfinteri dolorosamente violati dall'enorme cazzo del padre.Hai ragione, piccola mia, il babbo è cattivo e ti sta facendo la bua al culetto. Ma è così bello e appetitoso che non ho saputo resistere.E intanto se la inculava a più non posso assestandole dei colpi sempre più violenti e affondando sempre più in profondità. Nel frattempo avevano cambiato posizione. Seduto sul divano lui l'aveva sollevata di peso e, reggendola per le cosce, se l'era seduta sul cazzo, duro come il marmo e ritto come un cero, e piano piano l'aveva fatta fatta scivolare per tutta la lunghezza dell'asta piantandosi nel suo culetto a smorzacandela. Si trovavano faccia a faccia, e mentre le leccava avidamente il viso, le labbra e la lingua, reggendola per il sotto delle cosce se la faceva scivolare su e giù godendosi quelle carni che, a ogni passata, gli massaggiavano deliziosamente la cappella.Sei proprio cattivo. Non ti vergogni ad avere rotto il culetto alla tua bambina?No, non mi vergogno affatto. Comunque ho quasi finito. Ancora qualche colpo e mi scarico.Me la fai nel culetto?Si, tesoro, voglio svuotarmi le palle nel tuo bel culetto. Manca poco la sento arrivare. Per godere vorrei però che ti mettessi di nuovo a pecora. Così t'ingroppo e godo meglio.Docile e ubbidiente come sempre nonostante il dolore che stava patendo, la ragazza fece per posizionarsi in ginocchio sul divano, ma lui la fermò.No, non sul divano; inginocchiati su quella poltrona, quella coi braccioli.Inginocchiatasi dove diceva lui, la ragazza affondò la testa nei cuscini e gli offrì il culo. Dopo il trattamento a base di cazzo il buchetto era dilatato da fare paura e l'uomo vi introdusse agevolmente tre dita. Poi affondò il viso tra le chiappe e si fece una bella lappata infilandoci la lingua e leccandone l'interno.Poi le fece sollevare il culo più che poteva e mise i piedi sui due braccioli della poltrona. In quella posizione poteva ingropparla al massimo e, con gran soddisfazione, glielo infilò tutto nel culo con un sol colpo. Aggrappato alle sue spalle se la inculò come un forsennato finchè, ragliando come un asino in calore, le scaricò negli sfinteri una quantità mostruosa di sborra. Il piacere che gli fluiva dai lombi e andava ad inondare gli intestini della povera ragazza era così intenso da fargli quasi perdere conoscenza; lo sentiva scorrere dentro di sé interminabile e si stupì lui stesso di quanto questa seconda sborrata fosse lunga e abbondante. Quando finalmente si sfilò dal culo col cazzo gocciolante, la vide correre al bagno.Pensò ridendo che doveva averle fatto l?effetto di un clistere e i rumori che udì provenire dal cesso gli confermarono quel pensiero.La trovò seduta sul bidet che cercava di darsi refrigerio e sollievo dopo il dolore e l'infiammazione di quella tremenda inculata.Sei stato davvero cattivo -? ribadì lei.Lo so. Perdonami. Ma era da troppo tempo che desideravo farmi quel tuo bel culetto rotondo.Mi hai fatto tanto male.Dopo una doccia ristoratrice andarono entrambi a dormire.L'uomo si risvegliò nel cuore della notte col cazzo duro da scoppiare.Cosa mi succede, pensò. Me ne sono fatte due di fila e ce l?ho di nuovo duro. Quella ragazzina mi sta facendo impazzire.Si recò nella camera della figlia e la trovò che dormiva beatamente. Scostò delicatamente le sue lenzuola. Indossava una corta camicina da notte dall'ampia scollatura che le lasciava scoperte le gambe e una buona metà dello splendido seno. Ammirando deliziato quelle giovani carni sentì la mazza pulsare prepotentemente mentre i coglioni gli venivano pervasi da un piacevole formicolio e capì che se la sarebbe fatta per la terza volta. Svegliarla non fu facile perché lei dormiva profondamente e quando intuì le intenzioni del padre fu alquanto contrariata.Adesso ho sonno. Lasciami in pace.Papà ha ancora tanta voglia. Sei così bella.Dopo qualche scambio di battute fu lui ad avere la meglio e, sollevatala di peso, se la portò in camera sua e la depose sul lettone dove lei si riaddormentò quasi subito. Poco male, pensò lui e, senza neppure sfilarle la camicia da notte, se la leccò tutta da capo a piedi.Come gli piaceva leccarsela tutta! Passare la lingua piatta su quella pelle delicata, giovane e fresca, sentire il sapore di lei e aspirare il suo dolce profumo. Quando si soffermò sui suoi piedini per leccarle e succhiarle le dita lei si svegliò.Risvegliata nel cuore della notte, Antonietta ci mise qualche secondo per capire che si trovava nel lettone di suo padre.Ti piacciono così tanto i miei piedini che me li lecchi in piena notte?Mi fanno impazzire, vorrei mangiarteli.Lei scoppiò a ridere, poi disse che doveva andare a pisciare e lui la seguì nel bagno. La guardò pisciare poi, mentre lei era ancora seduta sulla tazza, le si piazzò davanti, si abbassò il pigiama e cominciò a pisciarle addosso.Cosa fai, sei impazzito, mi bagni tutta la camicia da notte. Aspetta almeno che me la sfili!Non me ne frega un cazzo della tua camicia da notte.Aveva il cazzo duro e il getto di piscio, compiendo un lungo arco, andava a colpire la ragazza sul viso, sul collo e sui capelli e le colava dappertutto. Tutto subito lei cercò inutilmente di ripararsi con le mani, e alla fine lasciò che il padre si svuotasse su di lei la vescica.Lui quella sera aveva bevuto parecchio e si fece una pisciata lunghissima. Dopo averle fatto fare una bella doccia, l?uomo le disse di vestirsi e di truccarsi come una puttana e andò ad aspettarla in camera sua.Quando lei entrò nella stanza con scarpe dal tacco alto, calze nere a rete, minigonna a fil di culo e camicetta attillata, truccata e carica di bigiotteria, sembrava proprio una troia di strada.Ahh, la mia puttanella! - fece lui soddisfatto, pregustandosi la prossima mezz'ora - vieni qui e lasciati guardare per bene.Le sollevò la minigonna: reggicalze e mutandine nere di pizzo: molto bene, proprio quello che piaceva a lui.Siedi qua, vicino a me, ti faccio vedere una cosa interessante.Fattala sedere sul lettone al suo fianco, proiettò un filmetto brasiliano in cui due tizie si facevano un negro gigantesco e, invitando la figlia a non perdersi neppure un fotogramma, cominciò, lasciandola tutta vestita da troia, a palpeggiarla dappertutto.Hai visto che cazzo che ha quel negro! le diceva mentre le infilava le mani nelle mutandine. Guarda come glielo leccano quelle due baldracche! Guarda come cola mentre la bruna gli ciuccia la punta. Sembra che stia pisciando e invece è tutta bava di cazzo. Certi uomini fanno così. Sbavano in continuazione quando glielo lisciano o glielo ciucciano. Guarda la bionda come gli massaggia le palle. Sembrano due palle da tennis. Lei fa così per fargliele riempire. Tra un pò vedrai che sborrata! Quando sta per godere, il cazzo gli balla come un bastone impazzito, la cappella gli si gonfia e la bava esce a fiotti.Antonietta, che prima di allora non aveva mai visto niente di simile, stava con lo sguardo incollato allo schermo mentre il padre, con tutta la mano dentro le sue mutandine ormai infradiciate dai succhi che colavano dalla fighetta della figlia, le sbatteva la passera. E quando vide le due donne predisporsi a prendere la sborrata del negro, chiese al padre di sbattergliela con maggior vigore.Aveva voglia di godere, Antonietta, e quando il negro annaffiò le due brasiliane con una bella sborrata - non lunga, abbondante e potente come quella di suo padre, ma pur sempre una bella sborrata - la ragazza si lasciò andare ad un potente orgasmo.Quando si fu calmata l'uomo, senza spogliarla, se la fece sedere in grembo e, scostatole solo l'orlo delle mutandine, si infilò dentro di lei e cominciò a farsela scorrere sul cazzo.Non sapevo che tu guardassi quei film, babbo - disse mentre lui se la faceva scorrere su e giù per tutta la lunghezza del cazzo.- Mi piace guardare delle troie che si fanno dei grossi cazzi e li fanno sborrare.Chissà quante seghe ti sei tirato guardando questi filmetti.Un sacco. Scommetto che piacerebbe anche a te fare sborrare un cazzo di quelle dimensioni.Perché no.Brutta troietta, quanti cazzi hai già fatto sborrare?Parecchi, più di quanti tu non immagini.Giovani o vecchi?Giovani e vecchi.Anche dei vecchi! Brutti bastardi, dimmi chi sono!Scordatelo!Incazzato per quella inattesa rivelazione se la sfilò dal cazzo, la scaraventò sul letto, la mise a pecora e, sempre senza neppure levarle le mutandine, s?infilò nel suo culetto.Adesso ti insegno io a fare sborrare i vecchi, bruta troietta!E giù a incularla. Infilato fino alle palle tra le sue chiappe cominciò a prenderla a schiaffi e più lei si lamentava e piangeva, più lui si eccitava.Adesso ti sborro di nuovo nel culo - le annunciò senza smettere di batterla.Alzatosi quasi in piedi nel tentativo di infilarsi più profondamente che poteva, si lasciò andare alla sua terza colossale sborrata, la seconda negli sfinteri della figlia.Mentre lei andava al cesso a liberarsi gli intestini, lui preparò il caffè. Adesso si sentiva quasi soddisfatto, ma prima di prendere sonno voleva farsi raccontare da Antonietta tutte le sue malefatte. Non certo per punirla, voleva solo eccitarsi di nuovo per farsela magari un'altra volta.Allora, raccontami tutto.Cosa vuoi sapere?Quanti uomini hai fatto godere?Tanti, te l?ho già detto.Lo hai preso anche nel culo?Per forza. Gli uomini più grandi vogliono soprattutto mettermelo nel culo. Mi dicono tutti che ho il più bel culetto del mondo e mi promettono qualsiasi cosa se acconsento a darglielo. Il farmacista ha detto che se voglio mi sposa. E' pieno di soldi e ogni volta che mi vede sbava. Ha più di quarant'anni ma vedessi che affare ha in mezzo alle gambe. Poi prende delle medicine speciali che tiene in negozio e riesce a farsene un sacco. Una volta mi ha portato nel retro della farmacia e ha sborrato sei volte di fila, giuro. E ogni volta buttava come un cavallo. Mi ha detto che sono delle fiale che gli arrivano dall'America. Io allora non gli avevo ancora dato il culetto e lui mi sborrava addosso. Pensa che ho dovuto fare il bagno tre volte per togliermi dalla pelle l?odore della sua sborra. Mi aveva ricoperta dalla testa ai piedi.E poi gli hai dato anche il culo?Si, e mi sono anche fatta picchiare. A lui piace un casino. Vedessi come sborra mentre mi picchia. Sembra impazzito. Sborra in continuazione. Mi spoglia nuda e all'inizio mi batte piano. Poi, a mano a mano che si eccita mi batte sempre più forte e comincia a sborrarmi addosso. Si ferma solo dopo che ha goduto cinque o sei volte di seguito. Però sa come picchiarmi e non solo non mi lascia segni, ma dopo qualche minuto non sento neppure più alcun male, come se non fosse successo niente.E chi altri?Zio Antonio, il fratello di mamma.Ti picchia pure lui?No, lui mi fa un sacco di regali e non me lo mette neppure nel culo. A lui piace infilarmi le mani nelle mutandine fino a che non si viene nei calzoni. Qualche volta l'aiuto io e gli infilo una mano nella patta. Però non vuole che glielo tiri fuori. Dice che ce l'ha piccolo e si vergogna di farmelo vedere.E poi?Poi c?è don Pietro, il parroco. A lui si che piace il mio culetto! E' stato lui a rompermelo per primo, dicendomi che era per il bene della mia anima. Voleva che gli confessassi tutti i miei peccati, che gli raccontassi nei minimi particolari tutto quello che facevo coi ragazzi e con le mie amiche, di come ci toccavamo e ci baciavamo. Dovevo raccontargli di cosa mi faceva il mio ragazzo e di come ci leccavamo la figa quando eravamo tra ragazze. All'inizio lo vedevo che si toccava attraverso la tonaca, poi ha voluto che fossi io a toccarlo, sempre attraverso la tonaca fino a che non sentivo bagnato. Poi si è aperto la veste e ha voluto che gli infilassi una mano nella patta dei calzoni. Di li è stato sempre un crescendo, ha cominciato a spogliarmi, a baciarmi, a leccarmi tutta. Mi faceva inginocchiare sul tavolo della sacrestia, mi sollevava la gonna, mi abbassava le mutandine e mi leccava soprattutto il culetto. A volte me lo leccava per delle mezze ore, non si stancava mai. Ogni tanto sentivo che veniva. Me ne accorgevo dalla foga delle sue leccate e poi sentivo l'odore della sborra che si spandeva nell'?aria. Anche lui doveva godere un sacco di volte prima di soddisfarsi. Quando siamo andati in vacanza non mi ha vista per un mese e la prima volta che sono tornata in parrocchia era cosi infoiato dal lungo digiuno che mi ha spogliata di brutto, mi ha inginocchiata sul solito tavolo e mi è montato sopra. Urlavo come un?aquila mentre mi rompeva il culetto ma a quell'ora non c?era nessuno e lui ha potuto agire indisturbato.Bè, che altro aggiungere.Antonietta e il suo babbo adesso dormono. Lasciamoli dormire, la storia è finita.
05-17-2021, at 04:56 PM
Alýntý
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