Elisa è il cazzo pazzo

Elisa è il cazzo pazzoCiao, quello che segue è un racconto di fantasia, basato su persone davvero esistenti.Elisa è sempre stata una ragazza solare e un po? sprovveduta o almeno così tutti pensavamo, le capitava spesso di fare degli (ops!!!) Tipo mostrare le mutande sempre dai colori molto appariscenti o di vestirsi in modo provocante per poi dire che si vergognava per i centimetri di pelle nuda.D'aspetto appare atletica, con una terza misura di seno, un culo da pregare per metterci le maniQuesta storia si svolge in un giorno di primavera quando Elisa come al solito stava andando al lavoro attraversando il parco cittadino e come al solito incontrò sul suo cammino il pazzo che di solito stazionava sulla panchina e che le faceva sempre complimenti tipo ?così sembri una bambolina? ecc...Però quel giorno fu differente, Elisa per arrivare al lavoro in anticipo , per recuperare un po di arretrati, decise di non fare come al solito il sentiero ma di tagliare tra gli alberi.Mentre andava con passo spedito sul prato vide qualche cosa che le fece perdere l'equilibrio, che per altro era già precario per le scarpe con i tacchi, cadde a terra.Arrivò subito qualcuno ad aiutarla, proprio la causa della sua caduta, il pazzo che si lei non aveva immaginato li nascosto tra gli alberi mentre si tirava una sega, era davvaro li.Lei era stesa a terra e lui le porgeva la mano per rialzarsi con il cazzo erto fuori dalla patta,Lei da prima fu rilutante ad accettare il suo iauto ma che cavolo doveva rialzarsi, accettò e lui con uno trattone non solo la tirò su ma la tirò addosso a se, per giunta le piantò l'altra mano sul sedere.Lei rimase impietrita, lui intanto era andato oltre, ora la sua mano aveva sollevato il vestito e stava correndo sulla pelle delle natiche, Elisa si sentiva avvampare, il cuore accellerava e le mutandine si stavano allagando, non solo per la sua passera eccitata, ma anche per il cazzo grosso e duro che le premeva contro.Elisa si riprese e fermo la mano di lui, ma non per opporsi come lui pensò, ma ben si per trascinarlo al riparo tra i pini, li Elisa liberò la porca che teneva ben incatenata nel suo profondo e appena furono occultati dai rami prese in mano quel cazzo per sentirne meglio la consistenza e cominciò a segarlo a questo punto lui le abbassò il vestito e le sfilò i seni dal regiseno per manipolarli, ma a Elisa quello non bastava, si inginocchiò e lo prese in bocca fino alla radice e lo succhiava con golosità tanto che lui non potette fare a meno di venire, Elisa tossì un poco e ingoiò quasi tutto, l'unico fu un rivoletto che le corse fuori dall'anolo della bocca, ma anche quello alla fine non le fuggì e dopo avrlo raccolto con il dito lo ingoiò.Lui pensava fosse finita, ma Elisa ora era lanciata come in treno in corsa, tanto che esclamò ?Accidenti, potevi reggere ancora un po?, ?ora mi tocca lavorare per ritirartelo su? detto questo si mise all'opera segò, leccò e pompò fino a che non senti che era abbastanza duro, al che si staccò, alzò il vestito e si abbassò le mutandine e disse ?ti va di scoparmi?? e aggiunse ?però si rude, voglio sentirmi una troia?.Lui non perse tempo, la fece mettere a 90, la fece appoggiare ad un albero e la prese prorpio come voleva lei, ci mise ogni briciola di energia, tanto che ad ogni sferzata lei faceva un saltello.Godevatanto che a stento riusci a dirgli ?bravo lo sapevo che sei un bastardo?, ?chi sa quante volte te la sei immaginata questa scena?, lui a quel punto le rispose ?Si, immagino spesso di sbatterti come una troia? e a quel punto usci dalla passere e le aprì quel culetto appetitoso.Elisa sul momento emise un lamento di dolore ma quasi subito iniziò a godersi quel pitone nel reto, iniziò persiono aspingrsi verso di lui per farlo arrivare più affondo e a dimenare il culo, lui prese a sculacciarla e dopo pochi minuti le diede un copo più forte e le venne copiosamente.Quando estrasse il cazzo il culo di Elisa era così dilatato che lo sperma colava copiosamente lungo le cosce fino a irrigare le mutandine, lei respirava pesantemente ad occhi chiusi, mentre il suo cervello elaborava ancora cosa aveva fatto, non era la prima volta che scopava ed era la seconda volta che si dava da fare come una troia, ma questa volta era stato più gustoso, forse perché imprevista, forse perché era stato uno sconosciuto ad usarla, ma non importava le si stampò un sorriso sulla faccia al pensiero che potevano esserci mille ancora nuove esperienze da esplorare.Indubbiamente non voleva perdere i contatti con il pazzo ed il suo grande cazzo.